Tokio, Giochi Olimpici 1964. Billy Mills, Lakota Sioux di Pine Ridge, South Dakota, rappresenta gli Stati Uniti nella finale dei 10mila metri.
Il suo nome indiano è Makoce Teh’la che suona come “Colui che rispetta la Terra”.
Gli anziani della sua Tribù Oglala fecero fondere un anello con l’oro delle Black Hills.
A causa di quell’oro sulle sacre Colline Nere i trattati di pace furono infranti dai bianchi.
Gli anziani spedirono l’anello a Makoce Teh’la (Billy Mills) e gli scrissero che per loro era un guerriero della Nazione Oglala.
Quando Billy Mills ricevette l’anello e la notizia pianse.
Sul letto di morte suo padre gli aveva lasciato le penne dell’aquila e gli aveva detto:
“Tu volerai sulle ali dell’aquila”.
Se cercate l’entusiasmante finale della gara sul web, capirete meglio.
All’ingresso dell’ultima curva il “guerriero” attacca e, ad uno ad uno, supera tutti gli avversari, mentre il cronista continua ripetere “Look at Mills! Look at Mills!” fino a che non supera il traguardo a braccia alzate vincendo, a sorpresa, la medaglia d’oro Olimpica.
Mills è il perfetto ’”Underdog”, ovvero colui che vince contro ogni pronostico. Nella finale olimpica migliorò il primato personale di 46 secondi.
In seguito, Billy raccontò che all'uscita dell'ultima curva si sentì pervaso da una forza soprannaturale e gli sembrò di volare.
Al suo ritorno nella riserva di Pine Ridge gli anziani che avevano forgiato l’anello lo accolsero dicendogli: “Bravo Makoce Teh’la, Tu hai corso con onore”.
Trovandovi al Crazy Horse Memorial, il gigantesco monumento in costruzione sulle Black Hills, in risposta ai volti dei Presidenti scolpiti a Monte Rushmore, assisterete ad un breve filmato esplicativo. Sentirete un Nativo americano molto elegante e distinto affermare che “quando le leggende muoiono, i sogni finiscono. E quando i sogni finiscono non v’è più alcuna grandezza.” Quel signore è Billy Mills ed ora che lo sapete, gusterete maggiormente quel filmato.
Nelle sacre Black Hills del Sud Dakota è in costruzione la più grande scultura del mondo.
È dedicata a Crazy Horse, una figura mistica dai contorni tuttora incerti.
Nessuna immagine l'ha mai ritratto. Curiosamente sorgerà a poche miglia dalla cittadina di Custer, come se il destino dei due, dopo essersi incrociato a Little Bighorn, non volesse più separarsi per l'eternità.